Numeri maglia parma calcio


Nel 1997 Fabrizio Tonelli da poco eletto presidente della Divisione Calcio a 5, chiama alla successione di Facchin il trentatreenne tecnico Alessandro Nuccorini già plurivittorioso con le squadre di club. L’attuale formato della Coppa del mondo FIFA, adottato dall’edizione del 1998 all’edizione del 2022, prevede la partecipazione di 32 squadre che si affrontano in un torneo della durata di circa un mese in un paese ospitante. La federazione ha deciso quindi di concedere l’originale solo per la premiazione e per le due ore successive sotto stretta sorveglianza; subito dopo l’originale viene ritirato e custodito in Svizzera, nella sede della FIFA, mentre alla nazionale vincitrice viene attribuita la copia laminata in oro. La versione originale del trofeo, di proprietà della FIFA, ha un valore commerciale di circa 155.000 euro (variabile a seconda del prezzo di mercato dell’oro, cifra aggiornata a luglio del 2018), anche se la sua eventuale vendita a un’asta collezionistica porterebbe a una valutazione di gran lunga superiore, per non dire incommensurabile, maglie calcio personalizzate dato l’inestimabile valore come opera d’arte. Dal 2006 la FIFA ha deciso di cambiare regolamento a causa di numerose ammaccature che l’hanno costretta a una costosa opera di restauro. Questa fase preliminare si tiene nelle sei diverse zone scelte dalla FIFA (Africa, Asia, Centro-Nord America e Caraibi, Sud America, Oceania, Europa), ed è organizzata e supervisionata dalle rispettive confederazioni.

Un bel lavoro di Macron con i bolognesi, non c’è che dire: la prima maglia restituisce una nostalgia anni 90 che farà sicura breccia nelle generazioni meno giovani, con la chicca del logo tono su tono dalla grande originalità; conquista anche la seconda maglia, grazie al ritorno della splendida doppia striscia diagonale con i colori societari intervallati dal nuovo sponsor. Gli esperti della federazione mondiale, provenienti da sette nazioni, valutarono cinquantatré modelli differenti; alla fine fu scelto il lavoro del designer italiano Silvio Gazzaniga. La federazione mondiale, infatti, nel 1924 aveva stabilito che se i tornei olimpici fossero stati giocati secondo il regolamento FIFA (come accadde), sarebbero stati riconosciuti come campionati del mondo dilettantistici. Nel 1970 il Brasile vinse per la terza volta il torneo e, come stabilito dal regolamento, gli fu permesso di entrare definitivamente in possesso del trofeo. Fino al 2006, infatti, i vincitori della coppa ne restavano in possesso fino all’edizione successiva; al momento del ritiro, il trofeo veniva sostituito con una copia delle stesse dimensioni, ma realizzata in metallo dorato e successivamente laminata in oro. La nuova coppa è alta 36,8 cm, dal diametro base di 13 cm, forgiata in oro 18 carati, vuota al suo interno ma comunque pesante 6142 g.

Prima dell’inizio del mondiale del 1966 in Inghilterra, la Coppa, lì trasportata dal Brasile detentore in occasione del torneo, venne rubata e riapparve solo dopo alcuni giorni, trovata (a quanto si disse) da un cane poliziotto lungo la strada. L’elenco è stato originariamente destinato ad includere solo 100 nomi, ma Pelé è stato in grado di aumentare il numero che alla fine ha raggiunto 125, tra cui due donne. A partire dal 1992 l’Uruguay ha deciso di fregiarsi di ben 4 stelle all’interno o all’esterno del simbolo della propria Federazione, nonostante la nazionale sudamericana sia riuscita a vincere la Coppa del Mondo solo per due volte, nel 1930 e nel 1950. L’AUF sostenne che le due medaglie d’oro conquistate nei tornei olimpici di Parigi 1924 e Amsterdam 1928 erano da considerare «equivalenti» ai campionati mondiali. Ci sono due parti: una prima fase, a gironi, seguita da una griglia ad eliminazione diretta. Anche queste copie sono prodotte dall’azienda meneghina, ma nessuna di queste può essere realizzata senza previa autorizzazione della FIFA. La coppa è stata fabbricata dalla Gde Licensee Bertoni di Paderno Dugnano ed è la stessa azienda che si è occupata anche del suo restauro o del rifacimento di eventuali parti rovinate, nei casi frequenti in cui il trofeo aveva subito dei danni.

Inoltre, ad eccezione della vittoria dei tedeschi nel 1974, negli altri casi la vittoria del titolo nella prima edizione ospitata nel proprio territorio nazionale è corrisposta alla prima vittoria assoluta della competizione da parte della rispettiva nazionale. L’Uruguay nel 1930, l’Italia nel 1934, l’Inghilterra nel 1966, la Germania Ovest nel 1974 e l’Argentina nel 1978 sono tutte riuscite a vincere la competizione nella prima occasione in cui la stessa si disputava nel rispettivo territorio nazionale. Italia fece la stessa cosa nel 1982 dopo la vittoria del terzo mondiale in Spagna e la Germania Ovest (poi Germania) fece altrettanto nel 1990. Nel 1994 il Brasile aggiunse una quarta stella. Successivamente un’involuzione delle prestazioni della squadra porta all’esonero di Colucci e all’arrivo in panchina di Fabio Rossitto che torna così alla guida dei Ramarri per la terza volta nella sua carriera: l’avvicendamento rivitalizza la squadra, che termina il campionato in nona posizione e accede ai play-off per il terzo anno consecutivo, venendo però eliminata già al primo turno dalla Feralpisalò. Successivamente seguono i quarti, le semifinali, la finale per il terzo posto (nella quale si affrontano le perdenti delle due semifinali) e la finale. Inoltre fino all’edizione del 2002 anche la squadra rappresentativa del Paese detentore del titolo accedeva di diritto alla fase finale del torneo; l’ultima nazione ad usufruire di questo privilegio fu la Francia vincitrice dell’edizione del 1998. Nell’edizione del 1934 i campioni in carica dell’Uruguay disertarono la competizione pur avendo diritto ad un posto nella fase finale.

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